APPRENDIMENTO MOTORIO ED AVVIAMENTO ALLO SPORT
E’ dall’antica Grecia che ci si interroga sulle influenze che il movimento fisico produce alle attività umane. Filosofi e scienziati hanno nel corso del tempo chiarito e specificato meglio l’argomento. Si parte da Cartesio e dal suo famoso “dualismo”, in cui affermava l’assoluta indipendenza dell’anima dal corpo, mentre il movimento e l’allenamento delle capacità motorie erano intesi e finalizzati esclusivamente a fini estetici e bellici, per arrivare agli inizi del ‘900, ai Comportamentisti, un gruppo di psicologi specializzati nello studio del comportamento che al contrario stabilirono come il movimento interviene nella formazione della personalità e che lo stesso rappresenta per un bambino da 0 ai 3 anni, il principale mezzo d’apprendimento e di strutturazione del Sistema Nervoso Centrale. Partendo da queste considerazioni possiamo certamente affermare che un corretto apprendimento motorio rappresenta uno strumento necessario ad una completa crescita personale e la base necessaria per l’apprendimento di tutte le future abilità di tipo motorio e sportivo. Analizzando la tipologia dei movimenti che siamo in grado di svolgere noteremo che i movimenti di tipo volontario rappresentano la quasi totalità del nostro bagaglio motorio ovvero la volontarietà dei movimenti è ciò che caratterizza la motricità dell’essere umano; sappiamo inoltre che ciascun movimento è determinato da una o più contrazioni muscolari e che una contrazione muscolare, per realizzarsi, necessita di un impulso nervoso, che partendo dalla corteccia frontale dell’encefalo, raggiunge le fibre muscolari interessate alla realizzazione del movimento. La determinazione dell’impulso avviene nei primi anni d’età in modo riflesso e successivamente attraverso un meccanismo di percezione sensoriale che invia al SNC informazioni spazio/temporali e sull’ambiente circostante. Tali informazioni vengono elaborate dalle aree motorie dell’encefalo così da determinare un impulso nervoso capace di attivare in modo preciso, per forza, intensità e caratteristiche spazio/temporali il muscolo interessato alla realizzazione del movimento. Il percorso che compie l’impulso nervoso di tipo volontario, dall’encefalo al muscolo che dovrà contrarsi per realizzare un movimento, viene definito “SCHEMA MOTORIO”. Scrivere, danzare, andare in bici, sciare, suonare e tutti i movimenti che caratterizzano la nostra giornata, sono schemi motori che apprendiamo e specializziamo nel corso della nostra vita, cioè sono mappe di attivazione neuromuscolare che determiniamo attraverso l’esperienza e specializziamo con la ripetizione del gesto. Ci sono però una serie di mappe d’attivazione neuromuscolare, una serie di SCHEMI MOTORI DI BASE che l’essere umano possiede dalla nascita, proprie della nostra specie, che sono geneticamente prestabiliti perché necessari alla sopravvivenza, che ci permettono l’uso di quelle estremità corporee chiamate arti superiori ed inferiori senza le quali non potremmo realizzare nessun movimento. Con gli arti inferiori noi, infatti, possiamo camminare, saltare e correre. Con gli arti superiori noi possiamo lanciare ed afferrare. Tutti gli esseri umani bambini, all’incirca ad un anno di età, dopo aver raggiunto un sufficiente sviluppo del SNC, smettono automaticamente di gattonare ed alzandosi su due gambe iniziano a camminare cioè a realizzare quello schema motorio che ci riporta ad una delle più importanti evoluzioni della specie, ovvero la statura eretta. L’essere umano dal punto di vista strutturale, organico e funzionale è concepito per stare su due gambe e correre rappresenta la sua massima espressione dinamica. Quasi tutto il panorama dell’offerta formativa sportiva ha in sé questi elementi; giochi sportivi come Calcio, Pallavolo e Basket, solo per citare quelli più famosi, sono prevalentemente costituiti da corse, salti e lanci. Strutturare e specializzare bene gli Schemi Motori Di Base significa quindi poter accedere a tutte le future abilità di tipo motorio e sportivo e dunque diventa presupposto necessario per un corretto apprendimento motorio ed avviamento allo sport in senso generale. C’è solo uno sport in cui si compete sulla validità degli Schemi Motori di Base e che per questo viene definita la “Regina degli Sport”: l’Atletica Leggera. L’unico sport trasversale a tutti gli altri, le cui acquisizioni sono utilizzabili in senso generale. L’attuale offerta formativa sportiva risulta invece essere precocemente specialistica ed eccessivamente votata alla ricerca del talento, tanto da aver abbandonato negli anni la dimensione formativa generale con evidenti conseguenze dal punto di vista dei risultati. Tra l’altro la proposizione di contenuti di tipo sportivo in soggetti non ancora maturi, non ancora giunti al termine delle “Fasi di strutturazione del Gioco” ha determinato negli anni una serie infinita di abbandoni precoci. Sulla base di queste considerazioni ci si augura un ritorno delle attività sportive giovanili ad una dimensione maggiormente formativa e meno specialistica, che rispetti le tappe d’apprendimento motorio. L’unico sport che può farsi carico di questa inversione di tendenza nelle metodologie di Avviamento allo Sport, per le sue caratteristiche tecniche e per la sua vocazione trasversale, è decisamente l’Atletica Leggera.
Prof. Marcello Piro