LA CRISI DELL’ATLETICA E LE POSSIBILI VIE D’USCITA
Disquisendo con amici sui soliti argomenti inerenti la crisi generale dell’atletica locale e nazionale, sono emerse idee interessanti dirette verso il reclutamento delle nuove leve da attingere principalmente dalle scuole, soprattutto da quella primaria. Si è parlato anche della mancanza di vocazioni legate ad un evidente crisi di valori che caratterizza l'attuale società, comprese le classi giovanili che ne fanno parte, avvolte probabilmente da una sorta di benessere che assopisce le ultime reminiscenze di ciò che potrebbero significare le parole “sacrificio”, “umiltà”, “rispetto”. Probabilmente anche noi addetti ai lavori, tecnici e dirigenti, dovremmo fare un mea culpa: siamo sicuri che negli ultimi anni siamo stati in grado di proporre il “prodotto” atletica in maniera opportuna? Siamo coscienti che il fascino di questo splendido sport possa essere tramontato a causa della nostra superficialità, del nostro disinteresse verso i particolari e del nostro modo di relazionarci con le persone? E il “drop out”, ovvero l’abbandono dei ragazzi che praticano l’atletica? Come mai tante defezioni a partire da una determinata fascia d'età? E' facile addossare responsabilità sulla Federazione e sugli Enti, accusandoli di essere colpevoli della quasi totale mancanza di strutture specie nella nostra Regione. L'atletica si fa in pista, questo è assolutamente vero, ma noi a cosa stiamo rinunciando, cosa siamo disposti a perdere? Di fronte ad una crisi economica generale in tutti i settori, le casse dei comitati federali soffrono, probabilmente anche per errori commessi in passato, ma ricordiamoci che la Federazione non è un ente assistenziale ma è una struttura che dirige un movimento emanando regolamenti. Chi vuole aiutare l'atletica a risorgere, deve indossare ormai i panni del missionario, deve essere pronto a rimetterci qualcosa, altrimenti meglio dedicarsi ad altro. Riportiamo i giovani in pista, stimoliamoli a credere in se stessi, non cerchiamo capri espiatori, il nostro operato è fondamentale e se non costruiremo campioni nello sport, avremo il grande merito di consegnare alla società degli uomini pronti ad affrontare la vita a testa alta.