Principi fondamentali dell'allenamento

I PRINCIPI FONDAMENTALI DELL’ALLENAMENTO

Quante volte dopo aver effettuato dei grandi allenamenti, ed aver raccolto poco in merito alle nostre previsioni, ci siamo chiesti il motivo di tale “débâcle”? E tutte le volte che un compagno di allenamento o un avversario presumibilmente allenato come noi o meno di noi è arrivato davanti in gara, ottenendo un crono migliore del nostro, ci siamo raccolti in noi stessi invasi da una miriade di dubbi! Il compianto Carlo Vittori, allenatore tra gli altri di un mito come Pietro Mennea, recitava così: “L'allenamento è un processo pedagogico educativo complesso che si concretizza nell'organizzazione dell'esercizio fisico ripetuto in qualità, quantità ed intensità tali da produrre carichi progressivamente crescenti in una continua variazione del loro sviluppo, per stimolare i processi fisiologici di supercompensazione dell'organismo e migliorare le capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell'atleta, al fine di esaltarne e consolidarne il rendimento in gara”, a dimostrazione che allenare ed allenarsi è cosa alquanto difficile, mutabile, a volte indecifrabile, ma che esistono però dei principi fondamentali che ci illuminano la strada al fine di cadere il meno possibile in errore e che aumentano le nostre speranze di successo. Partiamo subito dal presupposto che non siamo nati tutti con la medesima capacità di adattamento all'allenamento fisico, in questo senso l'eredità svolge un ruolo molto significativo rivestendolo anche nella velocità alla quale l'organismo si adatta ad un programma di allenamento. Anche le diversità nel ritmo di crescita cellulare, nel metabolismo e nella regolazione nervosa ed endocrina comportano variazioni soggettive. Proprio queste diversità soggettive potrebbero spiegare perché alcune persone mostrano grandi miglioramenti in seguito a un dato programma (soggetti sensibili) mentre altre presentano pochi o nessun cambiamento in seguito allo stesso programma (soggetti non sensibili). Per questi motivi un programma deve tenere conto delle necessità e delle capacità specifiche delle persone alle quali è rivolto! Gli adattamenti indotti dall'allenamento sono assolutamente specifici relativamente al tipo di attività, al volume e all'intensità del lavoro svolto. In base a questi parametri, il programma di allenamento deve sollecitare i sistemi fisiologici che determinano, nella disciplina sportiva prescelta, il raggiungimento della prestazione ottimale, in maniera da indurre adattamenti specifici con l'utilizzo di sovraccarichi progressivi. Un attività fisica regolare migliora la capacità dei muscoli di trasformare più energia e di resistere alla fatica. Allo stesso modo l'allenamento per la resistenza permette di lavorare di più e più a lungo. Nel momento in cui l'allenamento si interrompe, la condizione fisica diminuisce tanto da soddisfare solo le esigenze della vita quotidiana. Si perde qualsiasi miglioramento ottenuto con l'allenamento. Un programma di allenamento deve perciò, prevedere un programma di mantenimento. Bill Bowerman, già allenatore dei corridori all'università dell'Oregon, della squadra olimpica statunitense, co-fondatore della NIKE, ed allenatore inoltre dell'indimenticato Steve Prefontaine, a proposito dell'intensità dell'allenamento, al fine di evitare inutili e dannose esasperazioni dello sforzo con conseguenti adattamenti sbagliati, intuì che le sedute di allenamento intenso stressano l'organismo a tal punto che per raggiungere l'adattamento ottimale, sono necessari uno o due giorni di recupero. Bowerman ha, quindi, sviluppato una particolare strategia di allenamento per i suoi fondisti, che è poi diventata famosa con il nome di principio del “difficile-facile” per le giornate di allenamento. La giornata facile diventa una fase di recupero attivo e prepara l'organismo per la successiva giornata di allenamento impegnativo. La cosiddetta periodizzazione è strettamente correlata a questo principio, si tratta di un avvicendamento graduale di specificità, intensità e volume di allenamento, finalizzato al raggiungimento del massimo livello di condizionamento al momento della competizione. Con la periodizzazione, volume e intensità dell'allenamento vengono variati nell'arco di un macrociclo che, generalmente, rappresenta un anno di allenamento. Un macrociclo è composto da due o più mesocicli, stabiliti in base alle date delle gare principali. Ciascun mesociclo è suddiviso in un periodo di preparazione, di competizione e di transizione. 

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